martedì 17 giugno 2008

Le Foto

Queste sono le foto che ho realizzato all'interno del museo,sia nelle tre aule(Scarpa,Porta,Golgi) sia nella sezione di Fisica.
Nelle prime abbiamo trovato preparati anatomici,strumenti chirurgici e appunti e manoscritti,nella sezione Fisica sono invece esposti strumenti per la ricerca.
Alcune foto possono sembrare piuttosto inquietanti(es.oggetti per estrarre calcoli,esperimenti su labbri leporini)ma nel complesso è stata un'esperienza positiva che mi ha permesso di conoscere aspetti interessanti della mia Università





Accedi alla Slide Show

Il Museo

Il Museo per la storia dell'Università di Pavia nacque nel 1932 in occasione del primo centenario della morte di Antonio Scarpa, fondatore della Scuola Anatomica pavese. A quell’epoca il museo accoglieva scritti autografi, opere a stampa e preparazioni anatomiche dello stesso Scarpa e di altri anatomici come Giacomo Rezia e Panizza. Il materiale anatomico divenne il primo nucleo dell’attuale allestimento museale, inaugurato ufficialmente nel 1936. Nel secondo dopoguerra, alla sezione di Medicina fu aggiunta la sezione di Fisica, intitolata ad Alessandro Volta.

Oggi il Museo per la Storia dell’Università contiene preparati anatomici, strumenti di fisica e chirurgici, documenti relativi alla storia dell’ateneo e cimeli.

La Sezione di Medicina si articola in tre sale, intitolate rispettivamente all’anatomico Antonio Scarpa, al patologo chirurgo Luigi Porta, all’istologo e patologo Camillo Golgi.

Nella Sala Scarpa l’attività di studio condotta a Pavia nel campo delle scienza matematiche, naturali e chimiche, è testimoniata da reperti relativi a scienziati quali Vincenzo Brunacci, Lazzaro Spallanzani e Luigi Valentino Brugnatelli.

La Sala Porta è invece in gran parte dedicata ai preparati anatomici riguardanti il sistema circolatorio. Conservati a secco, in alcol o in soluzione di formaldeide, questi reperti testimoniano interventi chirurgici o la risposta a situazioni sperimentali. Accanto a questo materiale sono conservati anche volumi e cartelle cliniche. I pezzi della collezione che destano più curiosità sono la testa e le dita dell’anatomico Antonio Scarpa, conservati in alcol in una teca di vetro. Alcuni spiegano l’esistenza di questi oggetti associandoli al vero e proprio culto che sarebbe nato attorno al professore, mentre secondo altri fu talmente odiato dai suoi collaboratori da giungere a mutilarlo dopo la morte avvenuta nel 1832.

La Sala Golgi accoglie oggetti, manoscritti e appunti delle lezioni di Camillo Golgi, del suo carteggio e l’attestato originala del Premio Nobel assegnatogli nel 1906. Nella stessa sala sono conservati anche reperti di altri medici, tra cui gli strumenti utilizzati da Adelchi Negri e altri scienziati illustri.


La sezione di Fisica comprende due sale: il gabinetto di fisica di Alessandro Volta e il gabinetto di fisica dell’800. Nella prima sala sono conservate le menzioni di Volta e gli strumenti da lui utilizzati per ricerca e didattica. Nella seconda sala sono esposti gli strumenti inventati o utilizzati dai successori alla cattedra di fisica nel corso dell’800

martedì 3 giugno 2008

Antonio Scarpa

Antonio Scarpa (Lorenzaga, 9 maggio 1752 – Pavia, 31 ottobre 1832) è stato un chirurgo, anatomista e medico italiano.

Nel 1772 ottenne la cattedra anatomo-chirurgica all'Università di Modena che tenne fino al 1783, anno in cui fu chiamato dalla Corte di Vienna all'Università di Pavia che all'epoca costituiva il centro più importante della penisola in campo scientifico. Antonio Scarpa fu dal 1783 al 1832, anno della su morte, una figura di primo piano negli ambienti scientifici europei.

Molte e notevoli per importanza ed originalità del contenuto, sono le opere che Scarpa diede alle stampe che riferivano del suo lavoro nel campo dell'anatomia tanto che diverse parti del corpo umano ancora oggi, nella nomenclatura medica internazionale, prendono il suo nome. L'anatomia sviluppata da Scarpa a Pavia non era fine a sé stessa ma la base della fisiologia e soprattutto della chirurgia.

Nel suo cammino di scienziato infaticabile e geniale stabilisce una grande amicizia con Alessandro Volta. La minore fama rispetto a quest'ultimo non rende merito all'opera di Scarpa in campo scientifico che va considerata almeno alla pari di quella dell'amico Volta assieme al quale viaggia in Europa frequentando gli ambienti scientifici di Londra, Vienna e Parigi. La sua fama gli fece ottenere la Legion d'Onore e l'elezione a membro della Royal Society e delle principali accademie scientifiche europee. Quando Napoleone nel 1805 visitò l'Università di Pavia ricevette l'omaggio del corpo docente, ma non trovando Scarpa tra i professori chiese dove mai egli fosse. Gli venne risposto che non avendo prestato giuramento al nuovo governo aveva dovuto rinunciare al posto. Al che il sovrano replicò: "E che importano i rifiuti del giuramento e le opinioni politiche? Il dottor Scarpa onora l'università e i miei stati". Quando gli venne finalmente presentato gli disse: "Quali che siano i vostri sentimenti io li rispetto ma non posso tollerare che voi restiate separato da un istituto di cui siete l'ornamento. Un uomo come voi deve come un bravo soldato morire sul campo di battaglia". E lo rinominò nel corpo docente dell'università. L'anno successivo gli fu restituito anche l'incarico di rettore.

La sua testa è conservata in formalina nel museo per la storia della medicina dell'Università di Pavia. Nessuno sa perché fu mozzata. Forse fu un singolare atto di omaggio come sostenne il Panizza, suo successore: "La testa degli uomini grandi dovrebbe essere sempre conservata poiché l'uomo sta tutto nella sua testa". E quella di Scarpa era stata la testa di un uomo grande davvero.

domenica 1 giugno 2008

Luigi Porta

Nato a Pavia il 4 gennaio 1800, Luigi Porta aveva seguito gli studi medici presso l’Università di Pavia dove a 22 anni aveva conseguito brillantemente la laurea in medicina e l’anno seguente quella in chirurgia.Sotto la guida di Scarpa, ben presto poté eccellere per le sue qualità di lavoratore instancabile e di ricercatore geniale, tanto che nel 1832, ancora giovanissimo, salì sulla cattedra resa tanto celebre dal suo maestro e che egli avrebbe tenuto per un quarantennio. Seguendo la tradizione luminosa segnata da Scarpa, Porta si rivolse con particolare fervore allo studio dell’anatomia della quale si intuiva l’enorme importanza quale pilastro fondamentale del nuovo indirizzo scientifico della chirurgia. Di quest’attività protrattasi per tutta la durata della carriera, fa ampia testimonianza la ricca raccolta, lasciata all’Università, di preziose preparazioni anatomiche riguardanti prevalentemente l’angiologia, i cui risultati originali contribuirono allo sviluppo della disciplina. Escogitò ed applicò svariati nuovi procedimenti chirurgici che per l’eccessiva modestia e lo spiccato senso di critica non furono adeguatamente e tempestivamente valorizzati. Deve essere a questo proposito ricordato l’intervento di enucleazione dello struma cistico da lui ideato ed eseguito prima di altri e che, descritto con grande esattezza nella sua opera Sulle alterazioni della ghiandola tiroide del 1849, meriterebbe di portare il suo nome. Clinico acutissimo, si distinse per la grande diligenza con cui studiava personalmente i malati, come fanno fede ancora oggi le decine di volumi di cartelle cliniche redatte per intero di suo pugno. La sua attività scientifica, che riflette una profonda preparazione acquisita attraverso lo studio dell’anatomia normale e patologica, l’osservazione clinica e la ricerca sperimentale, spazia dall’angiologia all’urologia all’oncologia, alla chirurgia delle ossa e delle malformazioni, ed è documentata dai numerosi volumi di cartelle cliniche, da lui redatte, e dalle centinaia di preparazioni anatomiche, riscontrabili nelle sue pubblicazioni, quali “Delle alterazioni patologiche delle arterie per la legatura e la torsione” del 1845 dotata di una serie di tavole di assai pregevole fattura disegnate dal Porta stesso. Nel lavoro Delle malattie riverberate da operazioni e malattie chirurgiche locali esterne risulta che il Porta, descrivendo e cercando di interpretare la natura del complesso di modificazioni che intervengono nel decorso di affezioni chirurgiche e nel periodo post-operatorio, già si era formato un’idea di quella malattia post-operatoria cui è giustamente legato il nome di un grande maestro contemporaneo, René Lériche. Gli eventi politici dell’epoca lo videro partecipe sensibile ai moti del 1848, con l’incarico di medico chirurgo capo della Legione Lombarda, e nel 1859 in qualità di direttore degli Ospedali Militari istituiti in Pavia. Moriva nel 1875.

Camillo Golgi

Nacque il 7 luglio 1843 a Córteno, in Val Camonica, (allora provincia di Bergamo), dove il padre Alessandro, appena laureato, si era trasferito come medico condotto. Qui frequentò le scuole primarie e rimase per circa 15 anni. Durante la sua adolescenza studiò al liceo classico Ugo Foscolo a Pavia.
Terminati nel 1865 gli studi a Pavia con la laurea in medicina con una tesi "Sull'eziologia delle malattie mentali", discussa con Cesare Lombroso, entrò nel laboratorio istologico fondato da Paolo Mantegazza e diretto da Giulio Bizzozero, che fu suo primo maestro di ricerca. Per l'urgenza di trovare un lavoro sicuro, dovette però trasferirsi ad Abbiategrasso, dove aveva vinto il concorso per diventare primario del Pio Luogo degli Incurabili. Qui, nella cucina del suo modesto alloggio, allestì un laboratorio di istologia in cui, nel 1873, ideò la rivoluzionaria "Reazione Nera" (Metodo di Golgi). Questo metodo permetteva di colorare selettivamente le cellule nervose e la loro struttura organizzata: consentiva infatti la deposizione di argento metallico, da una soluzione del suo sale sulla superficie del neurone, evidenziandolo fin nei minimi particolari.

La sua scoperta fu conosciuta e apprezzata nella dovuta misura solo molti anni più tardi, soprattutto per merito del suo principale méntore, il patriarca della biologia ottocentesca Albert Von Koelliker.
Nel 1898, i suoi studi sulla cellula lo portarono alla scoperta dell'Apparato o Complesso di Golgi, uno dei componenti fondamentali della cellula, cinquanta anni prima dell'invenzione del microscopio elettronico, che la confermerà in pieno.
Fece anche importanti scoperte nel campo della malariologia, formulando la "Legge di Golgi". Nel 1885 dimostrò l'associazione tra periodicità delle febbri malariche e ciclo del plasmodio che ne era responsabile e che i due diversi tipi di febbre malarica, la terzana e la quartana, erano provocati da due specie di plasmodio diverse: P. vivax responsabile della terzana benigna e P. malariae responsabile della quartana. Nel 1889 dimostrò che gli attacchi febbrili si verificavano nel momento in cui gli sporozoiti (stadio del ciclo del plasmodio) rompevano i globuli rossi e si liberavano nel circolo sanguigno.
Scoprì anche le terminazione nervose dei tendini, dette corpuscoli del Golgi e compì importanti studi sui reni, la Corea di Huntington, i bulbi olfattori, ecc.
Trasferitosi a Pavia, città natale del padre, ottenne le cattedre ordinarie di Istologia e Patologia generale, indi fu nominato rettore dell'Università, incarico che ricoprì a più riprese (1893-1896 e 1901-1909). Si dedicò anche alla politica, o meglio all'amministrazione pubblica, ricoprendo tra le altre la carica di assessore all'igiene in Comune. Fu anche lungamente membro, e poi presidente, del Consiglio Superiore di Sanità. Propose la costruzione del nuovo Policlinico San Matteo e lottò strenuamente perché l'ateneo pavese mantenesse ed accrescesse il suo secolare prestigio.
Nel 1900 fu nominato da re Umberto I Senatore del Regno d'Italia per alti meriti scientifici, carica che mantenne fino alla morte nel 1926, avvenuta a Pavia, città in cui è sepolto insieme alla moglie, accanto alle tombe di Bartolomeo Panizza, suo professore, e Adelchi Negri, suo brillante allievo.
Fu insignito del Premio Nobel per la Medicina (precisamente "Medicina o Fisiologia") nel 1906 ex aequo con Santiago Ramón y Cajal, per gli studi sulla istologia del sistema nervoso: Golgi per la messa a punto della Reazione Nera, Cajal per le scoperte compiute grazie alla colorazione di Golgi. Cajal scoprì che i neuroni sono separati fisicamente l'uno dall'altro, ossia che interagiscono tra di loro non per continuità, bensì per contiguità attraverso la Sinapsi e che non sono uniti a formare un'unica rete sinciziale come sosteneva Golgi. Formulò quindi la legge cosiddetta della Polarizzazione dinamica.
In onore di Camillo Golgi, nel 1956 il paese natale (ultimo borgo dell'alta Valle Camonica, fra Edolo e il Passo dell'Aprica, che dopo l'unità d'Italia era tornato ad essere provincia di Brescia) cambiò il proprio nome da Córteno a Córteno Golgi. Nel 2006, centenario del Nobel, vi è stato inaugurato il Museo Golgi e dedicato un percorso tematico, anche Sentiero Mountain Fitness. Esso parte dal museo e arriva ad Aprica, percorrendo la Strada Valeriana tra prati e boschi, tragitto che Golgi amava percorrere durante la fanciullezza e, più tardi, nel corso dei suoi assidui soggiorni.
Gli è stato dedicato anche il cratere Golgi, situato sulla Luna.